"Stampede" è una parola inglese che indica l'impulso di massa di un gregge o branco di animali di correre disorditamente verso una direzione, senza alcun motivo preciso. Peccato non avercela in italiano, sarebbe perfetta per descrivere il comportamento dei nostri partiti.
Prima, una precisazione. Chi pensa che le indagini prima sulla Lega, oggi su Sel, siano un complotto governativo, non può sbagliarsi di più. La prima vittima del clima di oggi è proprio il Governo: basandosi su un accordo fragile e complicatissimo fra partiti, egli vede proprio in questi giorni qualsiasi attività di governo gelata dalla follia tremebonda che ha contagiato praticamente chiunque.
Ecco, per dire. Conseguenze nell'immediato sono Grillo al 7% e intenzione di non votare al 49,9%. Sul medio termine, quello di ritrovarsi a fare i conti con il sistema a pezzi stile '92, ricerca di ventate di giustizia e rivalsa, nuovi nomi fichissimi, e nulla di fatto per altri vent'anni.
Dietro a illeciti e disonesti, vi sono però due ragioni che ci hanno portato fin qui. Che ci dovrebbero far riflettere, perlomeno per non incorrere negli stessi errori.
Per prima cosa, è finito un modo di fare politica. Il modello leaderistico, personalistico e maggioritario è al suo tramonto, in Italia come un Europa ed in Occidente. Esso non era una novità rispetto all'epoca precedente, ma piuttosto il suo apice: l'idea che lo Stato fosse talmente un assoluto da poterlo gestire a colpi di leader, comunicazione e marketing. Dietro, vi era l'idea di appartenere al vertice della gerarchia globale, e che ciò che andava bene a noi, andava bene a tutti. Ora la questione si ribalta: non siamo più il centro, le decisioni si prendono altrove, figuriamoci quanto può durare lo Stato inteso come inizio e fine di tutto. Compito di una classe dirigente oggi è quello di interpretare decisioni e intuizioni che vengono altrove, cercare di influire il più possibile, spiegarle negli istituti della democrazia, essere un supporto ai cittadini ed imprese nell'esplorare un mondo che solo oggi ci rendiamo conto essere nuovo e non più nostro.
Che questo cambiamento passi per una crisi è naturale, e sta avvenendo pressochè ovunque. Solo, perchè in Italia con questa violenza?
Per questo, si veda il punto due. Ovvero: la classe dirigente della Secconda Repubblica è probabilmente quella qualitativamente peggiore della storia del Paese. Essa non è solo stata incapace di intuire il cambiamento, ma anche di governare ed orientare questi vent'anni. Il risultato è palese: il sistema è di fatto orientato secondo un'anarchia sociale di tipo feudale, in cui chi conta di più per influenza e gerarchia ottiene il monopolio del potere, delle risorse, della fede. Con buona pace dei Re, perlatro, ostaggi di corte e di boiardi. Questo è il sistema che si è instaurato, molto poco cospiratorio perchè in realtà frammentatissimo, banale nella sua disonestà, è peraltro particolarmente contagioso nella cultura politica e sociale italiana.
Questo è quello da cui partiamo, e rischiamo ora di tutto. Compreso un cambiamento radicale. ma proprio per quello detto prima, per favore, niente guru, santoni, carismatici, predicatori, salvatori, uomini della provvidenza. Sono già a due crisi istituzionali in una vita, vediamo di farla finita.